Storia di una Stella

Era il lontano Natale del 1985, quando una piccola Stella Cometa comparve sul campanile della chiesa di Torrebelvicino. Era molto luminosa, anche se poche lampadine la formavano. E i suoi creatori la osservavano orgogliosi dal bar poco distante, mentre dopo il duro lavoro si rilassavano bevendo una cioccolata calda (corretta con chissà cosa…).

Ma la cioccolata calda, si sa, può far venire strane idee… Così da una piccola cometa su un campanile si arrivò a pensare di costruirne una molto più grande, che fosse visibile da molto lontano e soprattutto annunciasse a tutti l’arrivo del Natale. Già, ma dove si poteva farla? Bisognava trovare un posto che fosse adatto e soprattutto raggiungibile! Fra le molte idee prese in considerazione, quella che sembrava la migliore fu quella del monte Cengìo; così, l’anno successivo, nell’autunno del 1986, una decina di giovani entusiasti e volenterosi si ritrovarono in un garage per cominciare a preparare tutto il materiale. Sembra facile, ma quanto lavoro c’è invece da fare! Ci sono da preparare i fili elettrici, ci sono da montare i portalampade, e soprattutto bisogna controllare una per una le lampadine che dovranno andare a illuminare la Stella Cometa più grande mai vista!

I giorni passano, e quella che prima era solo un’idea inizia lentamente a prendere più consistenza, specialmente quando alcuni dei ragazzi si arrampicano sulle pendici del monte e, aiutati dal resto della compagnia rimasta giù in paese con i binocoli, posizionano sacchetti di nylon nel fitto bosco. È la prima volta, e non ci sono punti di riferimento già stabiliti, bisogna costruirli per sapere dove posizionare poi i cavi che sosterranno la Stella. I più grandi fra di voi ricorderanno forse che il primo anno in cui fu costruita, la Cometa non era posizionata come la vediamo ora, ma era orientata verso destra, anche se il centro rimase sempre allo stesso posto anche negli anni a venire.

 

Passa il tempo, nel garage i lavori proseguono, e nuovi problemi sorgono: non c’è solo da costruire la Stella, bisogna anche farla funzionare! È necessario trovare da qualche parte un gruppo elettrogeno abbastanza grande, perché in cima al monte non c’è la corrente elettrica. Inoltre bisogna pensare a come portare tutto il materiale sulla cima, che ancora attualmente non è raggiungibile con altri mezzi se non con un trattore. Non da ultimo resta il problema della veglia: in Dicembre, e specialmente di notte, in montagna, fa un po’ freddino… ma non si può lasciare la Stella a brillare da sola, qualcuno deve restare su per controllare che tutto vada bene. Occorre perciò costruire un piccolo riparo rifornito di legna e viveri, ma anche di tutto quello che potrebbe servire in caso di necessità. Quanto lavoro!

Finalmente arriva la vigilia di Natale: tutto è pronto, il carro è già stato caricato e attaccato ad un trattore, così di buon mattino tutti si incamminano verso la cima del Cengìo. Il lavoro da fare è tanto e non c’è tempo da perdere, la Stella deve essere pronta per l’imbrunire. C’è chi sistema i due piccoli gruppi elettrogeni a benzina, chi tira i cavi con le lampadine, chi collega i fili elettrici, e naturalmente c’è anche chi prepara da mangiare…

È il tramonto, e la prima Stella Cometa del Cengìo si accende: che meraviglia! Non sarà sicuramente un campione di geometria, ma com’è bella, la Stella Cometa di Natale! Non è molto grande, è lunga solo cento metri e ci sono in tutto ottanta lampadine, che a volte si possono solo intravedere quando qualche ramo le nasconde, ma la sua luce riempie di un nuovo calore il Natale di tutti quanti l’hanno costruita, e di quelli che, giù in paese, l’ammirano a bocca aperta.

Nel 1987 nasce l’idea di costruire una Stella ancora più grande, che possa essere vista anche da più lontano. Ma in che modo? E soprattutto… quanto più grande?

 

La montagna stessa viene in soccorso, con la sua particolare conformazione orografica: la Stella può essere costruita sospesa sul canalone che divide le due cime del Cengìo. Non è uno scherzo, ma si può fare; per prima cosa è necessario stabilire la lunghezza e la posizione esatta dei due cavi che andranno a costituire le code della cometa, che risulterà così opposta rispetto all’anno precedente. Per fare questo è necessario arrampicarsi su per il bosco ripidissimo, e calarsi in corda doppia lungo le pareti rocciose per molte volte. Poi bisogna preparare l’impianto elettrico, trovare un nuovo gruppo elettrogeno più grande, preparare sulle sporgenze gli attacchi per i cavi, e non ultimo tirare gli stessi da una parte all’altra del canalone. Il bosco, oltre che ripido, è molto fitto, serve un’idea per far passare i cavi fra gli alberi. C’è chi prova lanciando la testa del filo con la fionda e chi con l’arco, chi pensa di usare un deltaplano e chi, invece, trova l’idea più semplice: dei sassi. Si lancia il sasso, legato al filo, sopra agli alberi, poi lo si recupera e lo si rilancia, fino ad arrivare alle pareti dove sono pronti gli attacchi che consentiranno poi di tirare i cavi di nylon e successivamente i cavi d’acciaio portanti che sosterranno le lampadine delle code.

Un’altra vigilia di Natale arriva, e tutti sono pronti: si parte di primo mattino col trattore dalla contrada Manfron, i più però salgono a piedi. Tre quarti d’ora e tutti sono ai loro posti, e si comincia a creare la nuova Stella. Anche questa volta tutto dev’essere pronto per il tramonto, ognuno deve svolgere accuratamente i compiti che gli sono stati assegnati. Una parte del gruppo monta i raggi partendo dalla stessa piattaforma utilizzata l’anno precedente, mentre il resto comincia a tirare i cavi portanti dove far scorrere l’impianto elettrico. Le lampadine vengono avvitate cinque per volta, e poi fatte scorrere lungo il cavo; questa precauzione serve per controllare di volta in volta che tutte quante funzionino, e quindi la buona riuscita del lavoro. Si comincia dalla coda corta, posta sul Sojo basso (832m s.l.m.) , e si prosegue dal Sojo alto (838m s.l.m.) con la coda più lunga.

 

Il sole comincia a scendere dietro al monte, la sera si avvicina, e il duro lavoro di un gruppo di intrepidi amici sta per mostrare a tutti il suo splendore. Tutti si raccolgono sulla cresta che sovrasta l’impianto, si fa il conto alla rovescia:

3 … 2 … 1 …

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6 commenti su “Storia di una Stella

  1. Che forza sta stella cometa … complimenti. Pensare a gente che si dedica a un’impresa sel genere per amore del suo significato è il Valore aggiunto che rende ancora più splendente tale record.

    Congratulazioni e… buon Natale

  2. Grazie!
    Grazie a tutti…
    È la Nostra Stella, per tutti:
    per chi abita, per chi è di passaggio, per chi viene apposta da fuori per vederla e goderla!
    Avete fatto un grande lavoro che porta una grande gioia a ciascuno di noi, piccoli e grandi, modesti e ricchi… GRAZIE!

  3. Un caro saluto a tutti voi e complimenti per il vostro lavoro! In questo Natale Valentina bis bis nipote di Alessandro Sudiro da Recoaro Terme che fu un altro contadino obligato a emigrare per fare l’America nel 1873 circa potrá condivere con voi questa maraviglia….
    Alejandro Sodiro, di Rafaela. Santa Fe. Argentina

  4. Per me che la vedo da Dueville è un appuntamento speciale.. Ogni viglia sono sempre li che la guardo… Nuvule permettendo, altrimenti mi sposto in macchina per vederla. Un grande grazie affettuoso al gruppo Stella e volontari.

  5. Forse mi sbaglio, ma nel passato, circa 15 anni fa più o meno, è possibile che sia stata accesa anche il 31 dicembre?

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